Il gallo del Seminario

Il gallo nel sito del Seminario

Lungo il vialone del Seminario c’è un’alta colonna alla cui sommità svetta un gallo in ferro battuto.

Non ci sono mai stati pollai in seminario. È stato innalzato davanti all’entrata principale come simbolo.

 

Ricorda infatti le parole di Gesù a Pietro: “Prima che il gallo canti tu mi rinnegherai tre volte” (Cfr. Mc 14,30). Sta quindi ad indicare il cammino penitenziale che ognuno dovrebbe fare, per seguire Gesù Cristo. “Se qualcuno vuole venire dietro a me – è scritto nel vangelo di Matteo (16,24) – rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”.

 

In Marco 13,35 troviamo un’altra simbologia del gallo: vegliare, essere desti, prestare attenzione: “Vegliate dunque perché non sapete quando viene il padron di casa: se a sera, a mezzanotte, o al cantar del gallo la mattina”. Siamo nel tempo dell’Avvento e ciascuno ha bisogno che il gallo canti per annunciare il mattino di un nuovo giorno.

Purtroppo non si sente più il “chicchirichì” che, una volta, svegliava tutto il casolare. Però potremmo ugualmente essere attenti alla voce della speranza. “Gallo canente spes redit”. È quindi di buon auspicio.

 

Il Seminario vuole annunciare queste due cose: la conversione e la speranza.

 

Come una madre attenta ai suoi figli che si sono formati in questa struttura, chiede loro di ricordare l’entusiasmo della prima chiamata. Come Casa di riposo che accoglie sacerdoti anziani e malati annuncia l’ottavo giorno, il giorno iniziato con la risurrezione di Cristo e che non avrà mai fine. Annuncia la speranza. Ogni volta nell’eucaristia ripetiamo: “Annunciamo la tua morte, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della tua venuta”. Però poi lo dimentichiamo. Il gallo è allora lì su quella colonna a far memoria della speranza che prende per mano la fede e la carità.

Il gallo indica inoltre la speranza di una ripresa delle vocazioni nella Diocesi di Fermo. Dio non si dimentica dell’umanità e lo fa attraverso alcuni giovani che si mettono alla Scuola della Sua Parola che in loro diventa vita, esistenza, ministero.

 

Quel gallo, ora posto in cima ad una colonna collocata su un basamento con scritte indecifrabili, era posizionato sulla torre campanaria della Cattedrale. Fungeva da barometro per i fermani in quanto indicava la direzione dei venti.

Qui indica il vento dello Spirito che “fa nuove tutte le cose” (Ap 21,5).

 

Continua a cantare ogni volta che lo si guarda.

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